Senza api, non c’è futuro! Gli allarmi per la grave e costante riduzione di questi insetti impollinatori si susseguono di anno in anno e la strada per invertire la rotta è ancora molto lunga e tortuosa.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha ricordato come, se non si interviene, oltre il 40% delle specie di invertebrati che garantiscono l’impollinazione, in particolare api e farfalle, rischi di scomparire.
In particolare, in Europa circa il 10% delle specie di api sono minacciate di estinzione.
Ma se venisse meno il prezioso lavoro svolto da questi impollinatori, anche molte piante si estinguerebbero: le api domestiche e selvatiche sono responsabili, infatti, di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
Negli ultimi 50 anni la produzione agricola ha avuto un incremento di circa il 30% grazie al contributo diretto degli insetti impollinatori.
La loro protezione, quindi, riguarda tutti noi e non solo perché le api forniscono miele, polline, pappa reale, cera e propoli, tanto apprezzati dall’uomo, ma perché la stragrande maggioranza di piante di interesse agricolo necessita degli insetti pronubi per l’impollinazione.
Non è semplice definire le cause esatte del brusco declino di questi “iniettori di vita” nel mondo, ma i cambiamenti climatici e l’inquinamento ambientale sono, senza dubbio, tra le principali motivazioni del crollo delle popolazioni e della biodiversità degli insetti impollinatori.
La moria delle api
Il fenomeno, segnalato dal 2003 dagli addetti del settore e noto come moria delle api, si verifica soprattutto in primavera e tra i fattori ci sono, rimarca ISPRA: “la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat, la semplificazione del paesaggio e l’eliminazione di fasce inerbite e siepi, filati, boschetti; l’agricoltura intensiva; la morte per fame delle api per via della ridotta disponibilità o qualità delle risorse alimentari, gli attacchi di alcuni agenti patogeni e parassiti (principalmente insetti e acari), tra cui specie invasive come l’acaro varroa (Varroa destructor), il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida)”.
Il ruolo dell’agricoltura sostenibile
Sul banco degli imputati è finita spesso l’agricoltura moderna, soprattutto per la larga diffusione delle monoculture e per l’impiego dei fitofarmaci, ma da tempo, proprio all’interno del settore primario, è in atto un forte impegno a ricercare forme sempre più sostenibili di coltivazioni per produrre cibo in modo più consapevole e attento all’ambiente.
Possibili soluzioni
Sempre secondo ISPRA, il ripristino degli habitat naturali, insieme ad una drastica riduzione dei principi agro-chimici e alla “riprogettazione” agricola, sono alcuni dei modi più efficaci per evitare ulteriori diminuzioni o scomparse degli insetti impollinatori. Tra gli accorgimenti di “ingegneria ecologica” suggeriti, ad esempio, c’è quello di impiantare filari e siepi ai margini del campo per aumentare in numero di impollinatori selvatici, o di effettuare la rotazione delle colture. Di pari passo occorre, però, ridurre i trattamenti fitosanitari, cercando forme alternative di difesa da patogeni e parassiti e di contrasto di erbe infestanti.
In tutta l’Unione Europea ci sono oltre 650.000 apicoltori, che gestiscono 17,5 milioni di alveari e producono più di 250.000 tonnellate di miele l’anno. In Italia, gli apicoltori censiti in Italia sono circa 75mila (di cui 30% è apicoltrice), in costante aumento come anche il numero degli alveari (1,9 milioni). La produzione nazionale di miele nel 2023 è stimata in circa 22.000 tonnellate, in leggera flessione rispetto a quella del 2022.
Il Piemonte è primo
Gli alveari presenti sul territorio nazionale nel 2023, secondo le registrazioni in Banca dati Nazionale Apicoltura, sono oltre 1,53 milioni: in flessione del 2% rispetto 2022. La regione con il maggior potenziale produttivo è il Piemonte, con oltre 2.600 apicoltori professionisti che posseggono oltre 177 mila alveari segue, per presenza di alveari in apiari professionisti, la Calabria con oltre 145 mila alveari (Fonte ISMEA).
+ Api. Oasi fiorite per la biodiversità
Negli ultimi anni, in tutta Italia si sono diffuse iniziative utili ad arginare il crollo delle api e, anzi, a favorire un loro lento ripopolamento. Proprio in Piemonte, ad esempio, ben 198 Comuni nella provincia di Cuneo hanno partecipato al progetto “+ Api. Oasi fiorite per la biodiversità”, sostenuto da Fondazione CRC, in collaborazione con la Fondazione Agrion, per realizzare oasi fiorite all’interno del loro territorio e promuovere così il valore della biodiversità attraverso spazi verdi ricchi di essenze mellifere, ideali per le api e per gli altri insetti impollinatori. Un’iniziativa destinata ad ampliarsi anche ad altre aree di Italia grazie a Filiera Futura, associazione nata nel 2020 che lavora in tutta Italia per innovare il settore agroalimentare promuovendo progetti condivisi. Proprio al progetto “+ Api. Oasi fiorite per la biodiversità” nel 2023 hanno aderito, infatti, Fondazione Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Su ciascun territorio il progetto è stato declinato con caratteristiche proprie (tempistiche, modalità di adesione, soggetti ammissibili), ma ciò che conta è proseguire su questa strada.
Le api e… l’uomo ringraziano.
Without bees, there is no future! The alarms about the serious and constant reduction of these pollinating insects follow one another from year to year and the road to reverse the trend is still very long and tortuous.
The Higher Institute for Environmental Protection and Research (ISPRA) has recalled that, if nothing is done, over 40% of the invertebrate species that guarantee pollination, in particular bees and butterflies, risk disappearing. In particular, in Europe around 10% of bee species are threatened with extinction. But if the precious work carried out by these pollinators were to cease, many plants would also become extinct: domestic and wild bees are responsible, in fact, for around 70% of the pollination of all plant species living on the planet and guarantee around 35% of global food production. Over the last 50 years, agricultural production has increased by approximately 30% thanks to the direct contribution of pollinating insects.
Their protection, therefore, concerns all of us and not only because bees provide honey, pollen, royal jelly, wax and propolis, so appreciated by man, but because the vast majority of plants of agricultural interest require pollinating insects for pollination.
It is not easy to define the exact causes of the sharp decline of these "injectors of life" in the world, but climate change and environmental pollution are, without a doubt, among the main reasons for the collapse of the populations and biodiversity of pollinating insects.
The death of bees
The phenomenon, reported since 2003 by sector workers and known as bee die-off, occurs mainly in spring and among the factors there are, ISPRA points out: "the destruction, degradation and fragmentation of habitats, the simplification of the landscape and the elimination of grassy strips and hedges, rows, groves; intensive agriculture; the starvation of bees due to the reduced availability or quality of food resources, the attacks of some pathogens and parasites (mainly insects and mites), including invasive species such as the varroa mite (Varroa destructor), the Asian hornet ( Vespa velutina) and the small hive beetle (Aethina tumida)”.
The role of sustainable agriculture
Modern agriculture has often ended up in the dock, above all due to the widespread diffusion of monocultures and the use of pesticides, but for some time, within the primary sector itself, there has been a strong commitment to research increasingly sustainable cultivation to produce food in a more conscious and environmentally friendly way.
Possible solutions
Again according to ISPRA, the restoration of natural habitats, together with a drastic reduction of agro-chemical principles and agricultural "redesign", are some of the most effective ways to avoid further decreases or disappearances of pollinating insects. Among the "ecological engineering" measures suggested, for example, there is that of planting rows and hedges at the edges of the field to increase the number of wild pollinators, or of carrying out crop rotation. At the same time, however, it is necessary to reduce phytosanitary treatments, seeking alternative forms of defense against pathogens and parasites and of combating weeds.
Across the European Union there are over 650,000 beekeepers, managing 17.5 million hives and producing more than 250,000 tonnes of honey per year. In Italy, there are approximately 75 thousand beekeepers registered in Italy (of which 30% are beekeepers), constantly increasing as is the number of hives (1.9 million). National honey production in 2023 is estimated at approximately 22,000 tonnes, a slight decrease compared to that of 2022.
Piedmont is first
The hives present on the national territory in 2023, according to the records in the National Apiculture Database, are over 1.53 million: a decrease of 2% compared to 2022. The region with the greatest production potential is Piedmont, with over 2,600 professional beekeepers who have over 177 thousand hives, followed by the presence of hives in professional apiaries, Calabria with over 145 thousand hives (Source ISMEA).
+ Bees. Flowering oases for biodiversity
In recent years, useful initiatives have spread throughout Italy to stem the decline of bees and, indeed, to encourage their slow repopulation. Precisely in Piedmont, for example, 198 municipalities in the province of Cuneo participated in the “+ Bees Flowering oases for biodiversity", supported by the CRC Foundation, in collaboration with the Agrion Foundation, to create flowering oases within their territory and thus promote the value of biodiversity through green spaces rich in honey essences, ideal for bees and for other pollinating insects. An initiative destined to expand to other areas of Italy thanks to Filiera Futura, an association founded in 2020 that works throughout Italy to innovate the agri-food sector by promoting shared projects. Precisely to the “+ Bees. Flowering oases for biodiversity" in 2023 were joined, in fact, by the Perugia Foundation, the Cassa di Risparmio di Cuneo Foundation, the Cassa di Risparmio di Biella Foundation, the Cassa di Risparmio di Volterra Foundation, the Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana Foundation, the Cassa di Risparmio Foundation of Padua and Rovigo. In each territory the project has been developed with its own characteristics (timing, membership methods, eligible subjects), but what matters is to continue along this path.
The bees and… man say thank you.